GLI STRUMENTI PER L'ALLENAMENTO DEL PUGILATO

E' oggetto di dibattito se il pugile debba prevedere, nel suo programma d'allenamento, la corsa.
Alcuni tecnici sono fermamente convinti dell'inutilità, quando non del danno, arrecato dall'allenamento della forza nei pugili. Quindi non sottopongono i propri atleti a questo tipo di sedute di allenamento.
Più recente è la revisione dell'uso dell'allenamento ai "colpitori", le cosidette "figure", o l'impego del sacco sospeso come strumento allenante per il pugile.
La corsa, l'allenamento della forza, l'allenamento al sacco, il salto della corda, gli spostamenti facendo rimbalzare la pallina, l'allenamento con la palla tesa ed altri ancora; questi non sono che alcuni strumenti tradizionali, o di recente acquisizione, di allenamento del pugile. Senza contare le modalità di allenamento a coppia quali: lo sparring condizionato e con handicap, il test match (gergalmente: "i guanti"), l'addestramento tecnico ai colpitori e altre ancora.
Essi sono quindi unicamente degli strumenti di allenamento ma di per se non identificano una metodologia di allenamento. Nella formulazione di un allenamento, il tecnico deve essere in grado di rispondere alle seguenti domande:

  • cosa: quale capacità si vuol allenare (potenza, meccanismi energetici, tattica, ...);
  • come: quale strumento allenante si vuol usare a questo scopo (sovraccarichi, corsa, sparring, ...);
  • quando: in quale fase di una programmazione si inserisce questa necessità di allenare questa capacità (quale mesociclo, quale microciclo all'interno del mesociclo, ...);
  • quanto: stretta conseguenza del punto precedente è quali sono i carichi allenanti che, attraverso lo strumento scelto, si vogliono somministrare all'atleta;
  • chi: ultimo aspetto, ma non per importanza, è quello legato all'individualità dell'allenamento che deve essere adattato alle specifiche caratteristiche dell'atleta, anche in considerazione dei punti precedentemente elencati (capacità condizionali e coordinative dell'atleta; necessità di enfatizzare le caratteristiche tecnico-tattiche o di ampliarle, ...).
Quindi, più che chiedersi se è necessario far correre il pugile, sarebbe utile porsi la domanda: "quali sono le abilità che deve allenare il pugile affinché possa essere competitivo in un incontro di boxe?".

Che cos'è il pugilato?
Prima di rispondere a questa domanda, è necessario trovare delle definizioni operative di pugilato al fine di determinare un modello di prestazione.

  • Innanzi tutto è uno sport di situazione a schema aperto. Inoltre esso è una disciplina da combattimento individuale.
  • Lo scopo del "gioco" è colpire l'avversario su alcune parti del corpo dette "bersagli validi" con un numero limitato di tecniche di pugno e, al contempo, cercare di non farsi colpire.
  • L'area di gara è un quadrato rialzato, con lato di circa 6 metri, delimitato da corde.
  • I tempi di gara per il pugilato olimpico sono, a seconda del genere degli atleti in gara: 3 riprese da 3 minuti, per i maschi; o 4 riprese da 2 minuti, per le femmine. La pausa tra una ripresa e la successiva è di 1 minuto.

Di quali strurmenti ha bisogno il pugile?
L'analisi puntuale delle definizioni elencate, porta alle seguenti considerazioni.

  • Il pugilato è una disciplina di combattimento, pertanto sarà molto importante allenare gli aspetti tattici insieme a quelli tecnici. Inoltre, trattandosi di un combattimento, gli aspetti psicologici e motivazionali, rivestiranno un'importanza fondamentale.
  • Dal momento che lo scopo è quello di colpire senza essere colpiti, l'atleta ha la necessità di eseguire le sue tecniche, di attacco e difesa, con rapidità; più nel dettaglio, poiché gli aspetti legati alla capacità di trasferire energia durante l'impatto del colpo rivestono una grande importanza, ancor più che la rapidità, sarà necessario allenare la potenza che altro non è che il prodotto della velocità per la forza. Sarà pertanto utile che egli condizioni le sue abilità atletiche in modo da sviluppare forza esplosiva e capacità di anticipazione.
  • Il fatto che l'area di gara sia una superficie aperta, suggerisce che l'azione da parte dei due contendenti sia incessante ed incalzante per tutta la durata della gara. Di conseguenza, sarà richiesto, seppure per un tempo limitato, un alto impegno energetico e mentale.

In sintesi, una prima analisi del modello di gara del pugilato suggerisce che il pugile debba:

  • padroneggiare la tecnica e la tattica;
  • essere potente;
  • aver condizionato i meccanismi metabolici in maniera adeguata per poter gareggiare ad un'alta frequenza cardiaca senza che questo pregiudichi le sue capacità coordinative e cognitive.

La costruzione del pugile.
Il pugilato è uno sport ed il pugile è, innanzi tutto, un atleta. E' pertanto imprescindibile che egli acquisisca le qualità atletiche utili a questa disciplina a fianco di quelle tattiche e tecniche.
In base a quanto detto, le proprietà condizionali più utili al pugile sono: quelle inerenti alla potenza, e quindi all'efficienza neuromuscolare; gli aspetti energetici che allenano il metabolismo nell'intorno della soglia anaerobica.
Insieme a queste, la costruzione dell'atleta pugile implica l'allenamento di capacità coordinative specifiche quali:

  • la coordinazione segmentaria, intesa come la capacità di coordinare i movimenti dei segmenti del corpo finalizzata al raggiungimento di un determinato obiettivo motorio;
  • il ritmo, cioè il saper organizzare cronologicamente gli impegni muscolari; questo, insieme alla coordinazione segmentaria sono capacità proto-tecniche;
  • l'orientamento, cioè l'abilità di gestire la posizione ed il movimento del corpo nello spazio, che è la capacità proto-tattica;
  • l'equilibrio, cioè la capacità di mantenere il corpo bilanciato e stabile durante il movimento;
  • la differenziazione, intesa come la capacità di variare forza e rapidità durante un movimento complesso;
  • la capacità di reazione, che è influenzata dalla rapidità, ed è intesa come la capacità di reagire con prontezza a stimoli con azioni motorie adeguate;
  • la trasfromazione, cioè la capacità di modificare un'azione improvvisamente.
L'acquisizione delle capacità atletiche (generali) e di quelle pugilistiche (specifiche) procedono di pari passo verso la costruzione armonica dell'atleta pugile.